
Un prezioso recupero: il restauro della Cappella di San Pancrazio a Salbertrand (TO)
Questo intervento, durato da giugno 2023 a novembre 2024, si è concentrato sulla manutenzione e sul restauro degli intonaci e dei dipinti murali, sia interni che esterni, e ha rivelato strati di storia inaspettati.
Il progetto è stato finanziato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) in collaborazione con lo studio DETTOMA02 di Sant’Ambrogio di Torino.
Il restauro della facciata esterna
La facciata, che si presentava con una coloritura bianca acrilica, ha subito un delicato processo di rimozione degli strati superficiali che ha portato alla luce decorazioni policrome sottostanti. Sono state scoperte diverse fasi decorative, tra cui un disegno geometrico triangolare color ocra rossa con filettature, che era nascosto sotto un decoro grigio più recente. Sono riemerse anche le iniziali “S.P.” decorate in ocra rossa sopra il portale d’ingresso, presumibilmente risalenti al 1885. Sulla parte inferiore della facciata, in corrispondenza della zoccolatura, sono stati rimossi rappezzi in cemento realizzati in passato per contrastare l’umidità. Al loro posto sono state utilizzate malte a base di calce.
La decisione finale è stata quella di preservare l’impostazione decorativa ottocentesca, ridando vita ai due toni di colore della facciata: un avorio/tortora chiaro per il timpano e una tonalità leggermente più scura per la parte inferiore. Le integrazioni sono state realizzate con velature di tinte a base di silicati per garantire durata e compatibilità con l’ambiente esterno.
Il restauro degli interni: un viaggio nel tempo
All’interno della cappella, il lavoro di restauro ha permesso di scoprire una storia ancora più ricca. Il meticoloso descialbo ha rivelato due aree distinte: l’aula primitiva, risalente al XV secolo, e la zona presbiteriale, ampliata nel XVI secolo. Sulla parete destra dell’aula è stato ritrovato l’intonaco originale in malta, di colore avorio, con una zoccolatura nera, entrambi in ottimo stato di conservazione. Sempre in quest’area è riemersa un’iscrizione in caratteri capitali, con presumibile data ” 1740 ” e la scritta “EX _ VOTO”.
Nella zona del presbiterio, la rimozione degli strati superficiali ha fatto riemergere decorazioni inaspettate sulla cupola. È stata recuperata una complessa figura geometrica bicroma, bianca e ocra rossa, che si presume sia un simbolo cosmologico o un diagramma risalente al XVI secolo, coevo all’ampliamento del campanile. Questo ritrovamento ha richiamato alla mente decorazioni simili scoperte in altre chiese della valle [vedi Chiesa San Restituto, Sauze di Cesana (TO)].
Sulle lunette del presbiterio sono state scoperte due figure di santi dipinte all’interno di finte nicchie, con le iniziali “S. J.” e “S. P.”. L’identità di questi santi non è ancora certa, ma si ipotizza che il santo a destra possa essere San Pietro, identificabile dalle tipiche chiavi. Le pareti della cappella presentavano una spugnatura rosata che è stata mantenuta, unendo esteticamente l’aula e il presbiterio in un’unica colorazione.
In conclusione, il restauro della Cappella di San Pancrazio non è stato solo un intervento di manutenzione, ma una vera e propria indagine che ha svelato la storia e l’evoluzione di questo luogo di culto attraverso i suoi intonaci e i suoi dipinti. Il lavoro ha rispettato le diverse fasi decorative, creando un risultato finale che valorizza la complessità e la stratificazione storica dell’edificio.


